Le Isole Borromee

Ultima modifica 1 dicembre 2021

L’arcipelago delle Isole Borromee si trova nel braccio occidentale del lago Maggiore chiamato Golfo Borromeo: tre isole (Madre, Bella, dei Pescatori), un isolino (di San Giovanni) e uno scoglio (della Malghera) ricoprono una superficie complessiva di circa 18 ettari.

Nel Trecento i Borromeo, potenti feudatari della zona e ancora oggi proprietari dell'Isola Bella, dell'Isola Madre e dei due scogli emersi conosciuti come Castelli di Cannero perché occupati dalle rovine di alcune fortificazioni medioevali, le acquisirono iniziandone la trasformazione.

Isola Bella

Nel 1632 il conte Vitaliano Borromeo iniziò la costruzione del palazzo barocco: un ambiente elegante e sontuoso che conserva importanti opere d'arte come arazzi, mobili, statue, dipinti, stucchi accanto a luoghi curiosi come le grotte a mosaico.

Incantevole il giardino all’italiana che, sviluppato a terrazze ornate e sovrapposte, regala da marzo a ottobre fioriture multicolori tra le varie specie floreali (rose, orchidee, bulbose, magnolie, frutteti, azalee, gardenie, glicini).

Isola Madre

Un giardino di piante rare e fiori esotici in cui vivono in piena libertà pavoni, pappagalli e fagiani donano a quest’isola un fascino tropicale.

Particolarmente famosa per la fioritura di azalee, rododendri, camelie e per i pergolati di glicini antichissimi, l’Isola Madre custodisce, accanto a quelle spiccatamente mediterranee, anche piante lontane come l’ibiscus e il ginkgo biloba.

Da ammirare, nel bel palazzo cinquecentesco, la ricostruzione degli ambienti dell’epoca, le collezioni di livree, bambole, porcellane e l'esposizione dei teatrini delle marionette (XVII-XIX sec).

Isola dei Pescatori

Il profilo del campanile che spunta dai tetti rossi, i bassi porticati che si affacciano sul lago, i portali in pietra delle case, i vicoli e i sottopassi, le barche adagiate sulla riva: l'Isola dei Pescatori è la più pittoresca dell’arcipelago e l’unica abitata stabilmente.

Detta anche Superiore per la posizione più a nord rispetto alle altre due "sorelle", qui si trovano alcuni negozietti tipici e, soprattutto, quei rinomati ristoranti dove è possibile gustare il celebre pesce persico, alla cui bontà persino Mussolini – durante la Conferenza di Stresa del 1935 – non seppe resistere.

La chiesa di San Vittore conserva l’abside originale con finestre monofore dell’XI sec., le cappelle dedicate alla Vergine e al Sacro Cuore e, all’interno, un affresco cinquecentesco raffigurante Sant'Agata, alcune tele secentesche e i busti in legno degli apostoli Pietro e Andrea, patroni dei pescatori.

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